Archivi del giorno: gennaio 11, 2009

L’arcobaleno

Arcobaleno

Arcobaleno

Tratto da Cubia n° 74 – Settembre 2007

L’arcobaleno è un fenomeno luminoso prodotto dalla riflessione della luce sulle minuscole goccioline di acqua in sospensione nell’atmosfera., per questo compare spesso subito dopo un temporale o in prossimità di una cascata o di una fontana.
E’ un arco fatto di sette fasce di colori: dall’esterno all’interno troviamo il violetto, l’indaco, l’azzurro, il verde, il giallo, l’arancione e il rosso. I colori che vediamo sono frutto della lunghezza d’onda della luce che viene rifratta mentre attraversa le goccioline di acqua. L’idea, proposta e verificata per la prima volta dal monaco tedesco Teodorico di Freiberg più di sei secoli fa, venne ripresa da Cartesio e perfezionata da Isaac Newton.

L’arcobaleno non occupa uno spazio definito; infatti, se osserviamo il cielo e lo vediamo apparire in un punto preciso del cielo, un secondo osservatore lontano da noi lo vedrà apparire nel cielo in un punto diverso. Questo è dovuto al fatto che è un fenomeno ottico e dipende quindi dalla posizione di chi osserva e dalla collocazione del Sole, che è sempre opposta all’apparizione dell’arcobaleno.

A volte possiamo osservare addirittura due arcobaleni, il primo più grande e scuro, un secondario all’esterno del primo: è dovuto ad una doppia riflessione della luce del Sole dentro le gocce di pioggia e, a causa di questa doppia riflessione, i colori dell’arcobaleno secondario sono invertiti rispetto al principale.

Tanto più grandi sono le gocce di acqua in sospensione, tanto più vivido e colorato sarà l’arcobaleno prodotto.

Durante il giorno è la luce solare che causa questa meraviglia, ma anche la luce della Luna può produrre arcobaleni e di notte possiamo assistere allo stesso fenomeno. Ovviamente, la Luna ha una “potenza” di luce notevolmente minore del Sole (anche perché non è in grado di emettere luce, ma riflette a sua volta quella della nostra stella) ed il relativo arcobaleno risulta scarsamente visibile.

Come spesso accade, l’uomo cerca di interpretare i fenomeni di Madre Natura in modo suggestivo e affascinante: fin dall’antichità l’arcobaleno è sempre stato considerato un fenomeno atmosferico legato alle divinità. Per la filosofia buddista, l’arcobaleno è la scala con la quale Buddha ridiscende dal cielo; nella mitologia greca l’arcobaleno è rappresentato da Iride vestita di iridescenti gocce di rugiada. In Cina l’insieme dei suoi colori rappresenta l’unione dello yin e dello yang, l’armonia dell’universo e della sua fecondità, mentre per i cristiani simboleggia l’alleanza tra Dio e gli uomini dopo il diluvio universale.

Un’antica leggenda irlandese vuole che alla base dell’arcobaleno ci sia il nascondiglio segreto di un folletto Irlandese col suo pentolone pieno d’oro. Sappiamo tutti che, per quanti sforzi facciamo, l’arcobaleno rimane sempre alla medesima distanza da noi e le monete d’oro, irraggiungibili, forse non sono altro che la metafora del tesoro che la Natura ci mette sotto gli occhi tutti i frenetici giorni in cui ci aggiriamo su questa Terra.

di Marina Andruccioli

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Alfredo Orizi – Maestro e direttore della banda di Cattolica

Vincenzo Morosini

Tintoretto: Vincenzo Morosini

Tratto da Cubia n° 68 – Novrembe 2006

E’ stato un grande personaggio, che ha dato il “la” a tanti musicisti di Cattolica; amato e dimenticato.
Nato a Pesaro il 16 novembre del 1896, si diploma presso il Conservatorio ”G.Rossini” di Pesaro in strumentazione per banda.
Emigrato nello Stato del Lussemburgo, lavora per diversi anni come pianista, nelle sale cinematografiche, improvvisando motivi idonei ad ogni situazione che si presentava nell’allora film muto, rafforzando così sempre più la sua grande musicalità e approfondendo la conoscenza di tutti i segreti di ogni strumento .
Giunto a Cattolica negli anni 50 circa, gli fu affidata la direzione della Banda Musicale ”Vincenzo Morosini”: fu grande maestro, padre e amico degli innumerevoli scolari, che coltivò con grande amore, sacrificandosi fino alla fine.
Morì a Cattolica il 3 aprile del 1960. Fra i suoi innumerevoli allievi cito alcuni: Agostino Morosini “Titti”, Claudio Casadei, Vittorio Battistini, Giorgio Della Santina, Giuseppe Belemmi, Raffaele Bersani, e tanti altri che per ragioni di spazio non posso citare.
Tutti musicisti che, grazie all’insegnamento ricevuto, hanno continuato affermandosi, chi nella musica classica, chi nella musica leggera, alcuni di loro diplomati al Conservatorio “G.Rossini”.
Francescano nell’umiltà, nobile nel tratto, il suo gioviale sorriso con tutti era lo specchio della sua bontà d’animo; giovane con i giovani, che sentivano in lui un vero amico, incoraggiava i piccoli, per allevarli con passione alla musica.
Ha dato vita nella nostra cittadina a innumerevoli concerti anche di musica operistica, e ha composto molti brani per banda eseguiti anche dopo la sua scomparsa; ha composto un’allegra sigla musicale per la “Puracia”, un gruppo di ragazzi, molti dei quali erano suoi allievi.
Durante gli innumerevoli concerti estivi, i turisti conobbero in lui un grande Maestro di rare doti musicali.
Anche all’estero, dove fu pianista e insegnante, lasciò le impronte del suo genio musicale, moltiplicando ovunque gli allievi, molti dei quali furono ammessi con profitto in diversi Conservatori.

a cura di Roberto Bozza

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