Gli occhi a vivaci colori, sulla prua dei Trabaccoli e dei barchetti da pesca dell’Adriatico, rappresentano una tradizione che, dai tempi degli Egizi, Greci e Romani si è perpetuata nel bacino Mediterraneo e in altri mari fino ai giorni nostri.
si vedono occhi dipinti sulle barche in Sicilia, in Portogallo, in Indonesia e sulle giunche cinesi. Con gli occhi la barca può seguire la rotta, rimediare alle incertezze della navigazione e schivare i pericoli.
La tradizione degli occhi che, in relazione al luogo e ai tempi, assumono forme diverse, ha la sua origine in motivi magici e ornamentali : su un dipinto vasale greco del 750 a.C. è raffigurata sulla prua di una barca una decorazione circolare che, con il passare del tempo, prenderà la caratteristica di un occhio vero e proprio.
Tale rappresentazione simbolica può essere spiegata come motivazione psicologica che risale all’antichità, quale antidoto contro le paure e i pericoli della navigazione.
Numerose sono gli esempi di tali usanze giunte fino a noi ; testimonianze di antiche tradizioni che, ancora oggi da più parti, si perpetuano dimostrando l’influenza e la permanenza delle consuetudini fra la gente di mare, anche quando siano cessati e scomparsi i motivi che le causarono.
Sulla prua del nostro trabaccolo, sotto gli occhi a rilievo, ci sono due fori più piccoli; le CUBIE, utilizzate per far passare cavi o catene per l’ormeggio e l’ancoraggio; questi fori si trovano anche a poppa. Sui barchetti da pesca gli occhi di cubia non esistono, oppure, in qualche caso, ne vediamo uno solo a prua.