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La Menta

Tratto da Cubia n° 100 – Marzo 2010

Le posso offrire una mentina? Chi di noi non si è sentito porgere una caramella? Sospetto di alito pesante a parte, non ci abbiamo mai pensato, ma la caramella in questione prende addirittura il nome dalla pianta che le dà la fragranza: la menta.

Questa pianta aromatica del genere Mentha appartiene alla famiglia delle Labiate e ne esistono di diverse specie: la comune menta da orto (Mentha spicata) è quella generalmente utilizzata in cucina, mentre la piperita è usata per l’estrazione di un olio essenziale di largo impiego. Si tratta probabilmente di un ibrido naturale tra Mentha spicata e Mentha acquatica. Ci sono poi la mentuccia (Mentha pulegium), la menta di campo (Mentha arvensis) e quella acquatica (Mentha acquatica). Esiste anche una varietà di menta variegata, la sua caratteristica principale è senz’altro la colorazione bicolore delle foglie, verdi e panna, impiegata oggi come pianta ornamentale e non solo officinale.

La menta piperita è forse la più nota, entra nella composizione di dolciumi (caramelle di ogni tipo, gomme da masticare, sciroppi, granite, gelati, ecc), di dentifrici, colluttori, tè, ma non solo.

Eì una pianta diffusa in tutta Europa, è resistente, di facile propagazione e coltivazione, predilige una zona poco ombrosa e umida, è alta da pochi centimetri al metro si allarga notevolmente se ha spazio. I fiori sono raccolti in spighe, ha foglie ovali verde brillante dai margini seghettati, e la loro particolarità è quella di sprigionare un forte aroma caratteristico: infatti, esse sono ricoperte di ghiandole che, se strofinate, rilasciano oli volatili fortemente aromatici.

Per questa ragione, oltre che usatissima nei giardini aromatici (i giardinieri più esperti la inseriscono nei giardini vicino alle panchine o alle zone di transito pedonale), trova il suo massimo impiego nella medicina officinale per preparati erboristici.

Viene utilizzata anche in cucina, dove le foglie, sia fresche che essiccate, trovano spazio in abbinamenti con carni come agnello, anatra, montone, ma anche sulle verdure come pomodori, patate, verdure grigliate. Provare per credere.

Essiccata invece viene usata per aromatizzare tisane, dolci, cioccolato, gelati e nei liquori e cocktail. E’ usata per le sue proprietà digestive, ha capacità balsamiche e decongestionanti dell’apparato respiratorio, fluidificante delle mucose; ha proprietà rinfrescanti e deodoranti dell’alito e, grazie alle sue proprietà antisettiche, è utile per la cura delle stomatiti e delle afte.

La raccolta della menta viene fatta quando la pianta è completamente fiorita e portata nelle apposite distillerie, mentre per uso domestico viene essiccata in luogo fresco e arieggiato.

Secondo la leggenda, il nome di questa pianta deriva dal nome della ninfa Minthe o Myntha che venne trasformata in pianta da Prosperina; in tempi antichi era considerata simbolo di ospitalità e si strofinavano le foglie di menta sul tavolo per renderlo profumato e meglio accogliere gli ospiti. Addirittura si hanno notizie che Carlo Magno emanò editti tassativi per proteggere le specie e limitare al minimo lo spreco e, durante il suo regno, ne rese obbligatoria la coltura.

Il tè verde alla menta è la bevanda nazionale in Marocco, preparato con tè verde cinese, rametti di menta fresca e molto zucchero.

Una curiosità: l’olio essenziale di menta contiene il mentolo, un alcool che a contatto con la pelle o le mucose produce una caratteristica sensazionale di frescura; la sua presenza blocca i recettori cutanei sensibili al caldo, ed il cervello interpreta questa azione restituendo una sensazione di freddo al resto dell’organismo

di Marina Andruccioli

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